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    Competenze e innovazione in Puglia: nuove strategie per il futuro

    Open innovation, competenze digitali, approccio collaborativo tra tessuto imprenditoriale, università e ricerca: la Puglia, alla luce degli ultimi bandi Reti e Trasformazioni, si afferma ancora di più come hub dell’innovazione nel Paese. Si è partiti dalla necessità di restare al passo con i cambiamenti tecnologici in atto e dalla consapevolezza di doverli conoscere e governare per poterne trarre beneficio. Si è arrivati oggi a essere un solido ecosistema formato da cinque atenei, numerose start up e imprese, centri di ricerca e distretti tecnologici avanzati, in grado di cavalcare l’onda tecnologica che sta investendo il mondo senza farsi travolgere.

    Abbiamo intervistato Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, per approfondire come si sta guidando questa trasformazione innovativa.

    Partiamo dal bando Reti: “Sostegno alla ricerca collaborativa”. Si può partecipare dal 16 luglio 2024 al 31 dicembre 2026. Quali sono le finalità e a chi è rivolto?

    «Finanzia progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale tra imprese e centri di ricerca per rafforzarne il dialogo, incentivando la collaborazione e l’innovazione tramite partnership tecnologiche. La dotazione finanziaria complessiva prevista è di 25 milioni di euro. Con Reti puntiamo a promuovere il trasferimento tecnologico orizzontale di filiera e territoriale, ad aumentare i livelli di reddito e occupazione tramite il consolidamento delle filiere esistenti e la creazione di nuove specializzazioni, ma anche e soprattutto a sostenere la crescita dell’occupazione femminile».

    Al bando Trasformazioni invece si può partecipare già dallo scorso 10 luglio. I termini si chiuderanno il 31 dicembre 2026. L’avviso riguarda i “Servizi per l’innovazione e l’avanzamento tecnologico e interventi di trasformazione digitale a supporto delle Pmi”.

    «Questa misura finanzia consulenze per strategie innovative, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale e alla digitalizzazione. Dà supporto nella fase consulenziale rispetto ai temi dell’innovazione, dell’economia circolare, della transizione energetica, della trasformazione digitale, della sicurezza informatica e dell’ecommerce. Per le Pmi sono messi a disposizione 23,5 milioni di euro. Entrambi i bandi sono un’opportunità in più rivolta alle piccole e medie imprese per guidarle verso il futuro, in particolare Trasformazioni può aiutare le imprese del settore del commercio nell’affrontare il tema dell’ecommerce o nella sicurezza informatica, nelle applicazioni dell’intelligenza artificiale, nelle diagnosi energetica in caso di un investimento per l’efficientamento energetico, come pure nel costruire un piano di economia circolare che permetta un risparmio reale».

    Il focus resta quello di supportare le Pmi nelle grandi rivoluzioni tecnologiche, parliamo allora di innovazione e intelligenza artificiale. Quali sono i passi concreti perché la Puglia si confermi polo d’eccellenza e quali le priorità per fare il salto?

    «La chiave è lo sviluppo delle competenze. Dobbiamo creare spazi dove sempre più persone possano padroneggiare le competenze digitali necessarie, come l’intelligenza artificiale. Questo significa focalizzarsi sia su upskilling sia su reskilling, adattando e migliorando le competenze esistenti. Le trasformazioni in corso ci spingono a rivedere molti aspetti della quotidianità e delle conoscenze. Oggi non si può più parlare di formazione senza le giuste competenze digitali. Puntare su esse renderà la Puglia ancora più attrattiva per le multinazionali orientate al futuro, che troveranno qui le professionalità di cui hanno bisogno».

    Acquisire e migliorare le competenze relative all’IA è peraltro alla base del protocollo d’intesa con Microsoft Italia.

    «Sì, abbiamo siglato un accordo con Microsoft Italia e gli atenei pugliesi per sviluppare attività di didattica, formazione, sviluppo tecnologico e innovazione nell’intelligenza artificiale. Ogni ateneo avrà un laboratorio dedicato per formare le Pmi e creare profili professionali altamente specializzati tramite un hub di competenze e un network di imprese sul territorio. È solo l’inizio perché stiamo pianificando altri accordi e la scorsa settimana è stato presentato il protocollo d’intesa tra Regione Puglia e Amazon. Se investiamo nelle competenze, le grandi imprese si insedieranno da noi, contribuendo alla crescita economica e occupazionale».

    Ha fatto cenno all’intesa con Amazon. Si punta a sostenere la digitalizzazione
    e l’internazionalizzazione delle Pmi pugliesi, promuoverne le eccellenze, e organizzare attività formative per imprenditrici e imprenditori locali.

    «Il protocollo d’intesa è stato siglato il 10 luglio e sottolinea ancora di più l’impegno della Regione Puglia sui temi dell’innovazione e dell’internazionalizzazione delle nostre micro, piccole e medie imprese. Rendere le imprese competitive sui mercati nazionali e internazionali significa anche offrire loro nuove opportunità che possono arrivare dall’ecommerce, con un’adeguata formazione, per raggiungere nuove fette di mercato. Una piattaforma così conosciuta e la promozione del made in Puglia tramite essa sono una buona occasione per un territorio dinamico come il nostro, grazie pure alla manovra regionale 2014/2020. Ne sono una conferma i recentissimi dati Istat sull’occupazione e il recente rapporto Svimez che registra nel periodo 2019-2023 una crescita del 6,1 per cento, dato che fa della Puglia appunto la regione italiana più dinamica».

    Ma non solo innovazione. Si è al lavoro per attrarre talenti nazionali e internazionali in Puglia, come vi state muovendo?

    «Stiamo costruendo un ecosistema favorevole all’innovazione. Le nuove generazioni cercano opportunità e il lavoro a distanza ha facilitato il ritorno dei talenti. La pandemia ha cambiato le priorità, portando a un maggiore equilibrio tra lavoro e qualità della vita. Basta considerare che le multinazionali cercano talenti nei settori dell’innovazione e del digitale, non è un caso che aziende come Deloitte, Ernst&Young, Lutech, Pirelli, Oviesse o anche la nostra Links, cresciuta incredibilmente, abbiano scelto di investire in Puglia. Va fatto un cenno poi alla strategia “#mareAsinistra”, rivolta a valorizzare i talenti internazionali e a favorire il ritorno dei pugliesi, creando un ambiente accogliente per chi sceglie di vivere e lavorare qui da noi».

    Quali sono le condizioni favorevoli che la Puglia offre per incentivare i professionisti a scegliere la nostra regione?

    «Abbiamo introdotto una premialità del 5% nei bandi per le imprese che attraggono talenti da fuori regione. Stiamo lavorando per avviare scuole internazionali, poiché molti professionisti valutano la qualità della vita e le opportunità educative per le loro famiglie. Non basta clima ed enogastronomia, servono anche eccellenti condizioni formative. La presenza di asili nido e scuole internazionali è essenziale per rendere la Puglia una destinazione attraente per i talenti globali».

    C’è poi il disegno di legge sull’open innovation…

    «Assolutamente sì. Stiamo promuovendo l’open innovation con il disegno di legge sulle “Misure di promozione in materia di innovazione aperta”. L’obiettivo è di istituire luoghi di incontro e di confronto in cui avviare percorsi di sperimentazione tra startup, poli universitari, organismi di ricerca pubblici e privati, stakeholders. Ciò faciliterà la collaborazione anche tramite la costruzione di una piattaforma digitale regionale destinata a consentire contatti tra tutti gli attori dei processi di innovazione».

    Insomma, la Puglia sta trasformando le sfide dell’innovazione in opportunità concrete, puntando su competenze, collaborazioni internazionali e ambiente favorevole per talenti e imprese. Grazie a questi sforzi, la regione si posiziona come un hub di eccellenza, pronto a guidare la transizione digitale e tecnologica del Paese.

    di Anna Colazzo

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