giovedì, Settembre 19, 2024
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    Turismo estivo: la Puglia pronta
    a battere ogni record

    Previsioni da record per il turismo estivo, con un 2024 sorprendente anche per la domanda interna. Tra giugno e settembre dovrebbero partire 29 milioni di italiani, per uno o più viaggi, con un volume d’affari complessivo di circa 35 miliardi di euro, vale a dire il 10% in più del 2023. Tra le mete super gettonate per il mare c’è proprio la Puglia. È quanto emerge dal focus sulle vacanze estive dell’Osservatorio turismo Confcommercio-Swg.  

    Alla forte attenzione dei turisti verso la nostra regione si accompagna la notevole presenza di imprese e addetti nel settore dell’ospitalità, con numerosi alberghi e ristoranti, nel segno della marcata ripresa iniziata subito dopo il Covid e della pronta capacità di rilancio del territorio. Secondo i dati del report dell’Istat, in collaborazione con le istituzioni regionali, il 2021 ha contato 21.194 imprese, in crescita dello 2,9% sul 2020 e dello 0,8% sul 2019, a conferma di quanto sia cruciale il comparto per l’economia pugliese. Il presidente di Federalberghi-Confcommercio, Mimmo De Santis, commenta il trend in atto.

    Per il settore turistico si attendono numeri da record e l’industria dell’ospitalità è in netta ripresa. Concentrandosi sul settore alberghiero, quali sono i principali fattori che vi hanno contribuito e quali sfide restano ancora aperte?

    «Vi sono state profonde trasformazioni, influenzate da fattori economici, tecnologici e culturali. Gli aspetti più significativi sono il ritorno degli investitori nel settore e l’integrazione e la crescita della ristorazione al suo interno con un impatto significativo, poiché un buon ristorante contribuisce ad aumentare il livello di una struttura e dunque del suo fatturato. Basti considerare che la ristorazione contribuisce, a livello nazionale, al 28% del fatturato complessivo degli hotel, per una stima di 3,5 miliardi di euro».

    Parliamo del Salento, su cosa dobbiamo puntare in particolare?

    «Restano aperte le sfide relative sia all’utilizzo dei prodotti locali, tipici, che sono i protagonisti eccellenti della tradizione reinventata, sia alla qualità, aspetto che ha visto crescere molto il Salento, arrivato a livelli impensabili un ventennio fa. Ma è solo una strada da seguire, non un risultato acquisito, poiché la qualità è una sfida quotidiana».

    Quali innovazioni e tecnologie saranno imprescindibili per il futuro, specialmente in termini di sostenibilità?

    «Anzitutto è inevitabile l’interazione servizi-applicazioni-utente, vale a dire la possibilità di richiedere servizi tramite smartphone, e lo sarà sempre di più. Quando un cliente scende dall’aereo, ad esempio, può già sapere dov’è l’auto, il taxi, la navetta che ha prenotato e in quanto tempo giungerà in struttura, mediante app per il traffico in tempo reale, così da organizzarsi al meglio. Tali tecnologie cresceranno vertiginosamente grazie all’intelligenza artificiale. Quanto alla sostenibilità, in uso ci sono tecnologie preziose come i sensori della stanza per regolare in automatico i livelli di luce o quelli per la temperatura. Un modo efficace per aumentare la sostenibilità è utilizzare prodotti locali, sostenibili appunto e naturali, eliminando il monouso a favore del riutilizzo».

    Di che cosa hanno maggiormente bisogno gli imprenditori del settore per crescere e innovare?

    «È importante approfondire il contesto attuale, ponendo attenzione alle nuove tecnologie. Oggi, grazie a esse, il turista conosce, prenota e recensisce in ogni momento e luogo. Non utilizza più informazioni preconfezionate, ma le crea autonomamente. La capacità di gestire la trasformazione digitale è cruciale per lo sviluppo turistico e richiede adeguato supporto istituzionale. Puntare sulla qualità permette all’innovazione di far crescere le strutture, così come ristoranti e lounge bar di alta qualità e nuovi servizi smart e digitali le migliorano. Serve un piano di co-marketing pubblico privato e soprattutto investimenti».

    Il dati mostrano uno sbilanciamento di genere: gli imprenditori maschi nel settore rappresentano il 70 per cento. Come si potrebbe supportare l’imprenditoria femminile?

    «Intanto esistono programmi specifici per supportare l’imprenditoria femminile, come il Fondo Impresa Donna, che la sostiene con risorse statali e fondi del Pnrr. Il programma mira a incentivare le donne ad avviare nuove attività imprenditoriali e a promuovere progetti innovativi con finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto. Anche le singole Regioni offrono programmi di supporto, ma quel che è fondamentale è dare fiducia alle donne, oltretutto spesso le giovani imprenditrici si rivelano migliori di molti imprenditori uomini».

    Ancora, il 90% degli imprenditori del settore ha più di 30 anni. La partecipazione dei giovani imprenditori va incentivata…

    «Anche in questo caso esistono programmi di incentivazione. Tuttavia è fondamentale avere fiducia nelle capacità dei giovani. Spesso le imprese familiari non riescono a fare il passaggio generazionale necessario, il che è un errore, soprattutto in un contesto in evoluzione come quello attuale».

    Un altro dato rileva che il 20% dei dipendenti ha tra i 15 e i 29 anni, con una significativa presenza di stranieri. Quali misure sono in atto per formare e mantenere questi giovani lavoratori?

    «I programmi di formazione sono fondamentali. Solo aumentando le competenze dei giovani si può raggiungere una maggiore competitività nel mondo del lavoro. La loro formazione eleva la qualità delle strutture. Esistono già programmi ben consolidati, ma devono essere ulteriormente incentivati. In definitiva, si tratta di scommettere sul futuro dell’intero settore, poiché il futuro è fatto di giovani lavoratori specializzati».

    Il settore mostra un aumento delle figure meno qualificate. Qual è il gap e come migliorare la stabilità lavorativa?

    «Avere numerosi dipendenti poco qualificati è un grave errore, in quanto molti dei servizi che prima dovevano svolgere senza qualifica già sono stati sostituiti dalle nuove tecnologie e la tendenza è destinata a crescere. Per esempio, è possibile utilizzare distributori automatici per preparare spritz perfetti, ma un barman esperto è irrinunciabile. È chiaro che, una volta formati, occorre supportare i lavoratori stagionali. Dobbiamo ripristinare sistemi di sostegno, anche economici, durante i periodi fuori stagione, per non perdere la nostra eccellenza italiana nel settore».

    Per chiudere, come possiamo migliorare il settore in Puglia? E quali iniziative sta prendendo Federalberghi?

    «Il discorso è generale, quindi vale anche per la Puglia. L’Italia non può competere sui costi e non dovrebbe puntare su strategie low cost. La chiave del successo dovrebbe essere la qualità. In Puglia abbiamo esempi eccellenti, come il sistema delle masserie. Un’altra grande sfida è rappresentata dalla Zes, unica per il Sud, e a ciò si aggiungono i fondi del Pnrr per le infrastrutture, i fondi strutturali europei e i programmi comunitari. Inoltre, le principali istituzioni bancarie nazionali hanno preparato pacchetti di credito agevolato specificamente per l’area Zes».

    a cura della redazione

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