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    HomeFORMAZIONEFondi interprofessionali: la sicurezza sul lavoro e la formazione continua

    Fondi interprofessionali: la sicurezza
    sul lavoro e la formazione continua

    Nel panorama attuale, la sicurezza sul posto di lavoro è diventata un tema centrale per le aziende di ogni settore. Con un aumento preoccupante degli incidenti negli ultimi anni, la formazione è fondamentale non solo per proteggere i dipendenti, ma anche per garantire la continuità e la crescita dell’azienda stessa. Ma come possono le imprese finanziare i corsi di formazione obbligatoria? Raffaele Modica, direttore di Fondo Conoscenza, ci spiega come i fondi interprofessionali, siano una risorsa preziosa per migliorare le competenze del personale senza dover sostenere costi aggiuntivi.

    Parliamo di fondi interprofessionali, ma partiamo da un tema focale come la sicurezza sul lavoro. Perché è così importante oggi?

    «È fondamentale perché, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un aumento degli incidenti sul lavoro, alcuni dei quali purtroppo mortali. La formazione dei lavoratori è vitale non solo per proteggere la loro incolumità, ma anche per il benessere complessivo dell’azienda. Una formazione adeguata aiuta a prevenire incidenti e a creare un ambiente di lavoro sicuro».

    La formazione sulla sicurezza è obbligatoria per le aziende?

    «Sì, è un obbligo di legge. Tuttavia, dovrebbe essere anche un dovere morale per ogni azienda. I lavoratori devono esigere di essere adeguatamente formati prima di entrare in un ambiente di lavoro, ma purtroppo spesso non accade. Molti lavoratori non ricevono nemmeno la minima formazione sui rischi specifici del loro lavoro, il che può portare a gravi conseguenze».

    Come possono le aziende finanziare la formazione dei loro dipendenti?

    «Possono usufruire dei fondi interprofessionali, come Fondo Conoscenza, che ha l’obiettivo di finanziare la formazione delle aziende aderenti. Questi fondi sono costituiti da rappresentanti delle aziende e dei lavoratori e offrono finanziamenti per una vasta gamma di corsi di formazione».

    Può spiegare cosa sono i fondi interprofessionali e qual è il loro scopo principale?

    «Sono stati istituiti nel 2001 con l’intento di centralizzare e migliorare il finanziamento della formazione continua per i lavoratori. Nascono da accordi tra le associazioni di categoria e i sindacati con l’obiettivo di finanziare la formazione delle aziende attraverso un contributo obbligatorio che le imprese versano all’Inps. Tale contributo, pari allo 0,30% della retribuzione imponibile, è stato istituito a partire dal 1978 per sostenere la formazione continua dei lavoratori. Tuttavia, fino al 2001, la gestione e l’erogazione della formazione era di competenza del ministero del Lavoro. Da quell’anno, le aziende possono scegliere di aderire ai fondi interprofessionali, che hanno iniziato a finanziare la formazione dal 2004».

    Come funzionano questi fondi? Le aziende devono sostenere dei costi per i corsi di formazione?

    «L’adesione ai fondi interprofessionali è completamente gratuita per le aziende. In pratica, il contributo obbligatorio dello 0,30% che le aziende versano all’Inps viene utilizzato per finanziare la formazione continua. Se un’azienda decide di utilizzare un fondo interprofessionale, i costi della formazione vengono coperti dal fondo stesso, quindi l’azienda non deve sostenere spese aggiuntive. Questo è particolarmente vantaggioso per le piccole e medie imprese, che possono così aggiornare le competenze dei propri lavoratori senza un onere economico diretto».

    In che modo le aziende possono accedere ai fondi e richiedere il finanziamento?

    «Le aziende devono innanzitutto aderire a uno dei fondi interprofessionali, il che è un passaggio iniziale semplice e gratuito. Una volta iscritti, possono presentare dei piani formativi attraverso appositi bandi e avvisi pubblicati dal fondo. La procedura per la richiesta di finanziamento è semplificata rispetto al passato e molti fondi hanno adottato strumenti e piattaforme online per facilitare l’accesso e la gestione delle pratiche. I fondi interprofessionali si occupano della valutazione e approvazione dei piani formativi e coprono i costi della formazione. È importante sottolineare che solo una piccola percentuale, l’8% dello 0,30%, viene destinata alla gestione dei fondi, mentre il restante 92% è utilizzato esclusivamente per finanziare la formazione».

    Che tipo di corsi possono essere finanziati tramite i fondi interprofessionali? Ci sono limitazioni?

    «Non ci sono restrizioni significative sui tipi di formazione finanziabili. Le aziende possono richiedere finanziamenti per una vasta gamma di corsi, dalla formazione obbligatoria per legge sulla sicurezza sul lavoro ai corsi di aggiornamento professionale e specialistico. La formazione può riguardare aspetti tecnici, linguistici, di comunicazione e molto altro. L’importante è che ci sia coerenza con le esigenze formative dell’azienda e rispetto delle linee guida fornite dai fondi per la progettazione e la presentazione dei piani formativi».

    Quali sono le difficoltà principali che le aziende potrebbero incontrare nell’accesso ai fondi?

    «Una delle principali difficoltà è rappresentata dalla burocrazia, che può sembrare complessa e scoraggiante per alcune aziende. Tuttavia, molti fondi, incluso il nostro, hanno lavorato per semplificare le procedure e rendere l’accesso più agevole. Abbiamo investito in strumenti online e procedure semplificate per ridurre il carico burocratico e aiutare le aziende, soprattutto le Pmi, a navigare nel processo senza difficoltà eccessive. Il nostro obiettivo è rendere il più semplice possibile l’adesione e l’utilizzo dei fondi».

    Potrebbe darci qualche numero recente sulle adesioni e sull’uso dei fondi interprofessionali?

    «Attualmente Fondo Conoscenza conta circa 33.746 aziende aderenti. Questo numero dimostra l’importante ruolo che i fondi interprofessionali giocano nel supportare la formazione continua in Italia. In particolare, nel nostro caso, abbiamo visto una crescita significativa nel numero di adesioni e nell’efficacia delle nostre iniziative di finanziamento».

    Quali sono gli svantaggi per le imprese che non aderiscono a un fondo interprofessionale?

    «Le aziende che non aderiscono a nessun fondo interprofessionale non solo perdono la possibilità di ricevere finanziamenti, ma continuano a pagare contributi senza beneficiarne. Il nostro obiettivo è supportare soprattutto le piccole imprese, che spesso non hanno le risorse per organizzare in modo autonomo la formazione».

    Cosa rende Fondo Conoscenza particolarmente competitivo rispetto agli altri?

    «La nostra competitività deriva dalla capacità di semplificare le procedure e garantire una risposta rapida e efficace alle richieste di finanziamento. Abbiamo puntato molto sulla facilità di accesso e sulla riduzione della burocrazia ed è stato apprezzato dalle aziende. Inoltre, il dialogo continuo con gli enti di formazione e i consulenti ci ha permesso di migliorare i servizi. La velocità di approvazione e l’efficienza nel gestire le pratiche sono aspetti che ci differenziano positivamente da altri fondi più grandi e strutturati. Il fondo approva e finanzia i corsi in tempi rapidi, generalmente entro 30 giorni».

    Che tipo di formazione può essere finanziata da Fondo Conoscenza?

    «Copriamo una vasta gamma di tematiche, dalla sicurezza sul lavoro alle innovazioni tecnologiche, dalla gestione del tempo alla comunicazione interpersonale. La formazione non è prestabilita dal Fondo, ma proposta dalle aziende in base alle loro esigenze specifiche. Tengo però a sottolineare che promuoviamo anche il benessere aziendale tramite la formazione. Abbiamo finanziato corsi che vanno dalla corretta alimentazione all’attività fisica, fino a percorsi di formazione per lo smart working, nell’ottica di migliorare il benessere generale dei dipendenti».

    È evidente che i fondi interprofessionali continueranno a giocare un ruolo cruciale nella formazione continua, aiutando le aziende a rispondere alle sfide del mercato e a mantenere i propri dipendenti aggiornati. Sicuramente l’innovazione è dietro l’angolo e in futuro ci saranno rafforzamento delle procedure di accesso, ulteriore semplificazione delle pratiche, espansione dei servizi per supportare ancora meglio le esigenze delle imprese.

    di Anna Colazzo

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