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    Rentri: l’innovazione digitale nella tracciabilità dei rifiuti in Italia

    Il Rentri, acronimo di Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, rappresenta una vera e propria rivoluzione in Italia. Questo nuovo sistema elettronico non è solo un aggiornamento dei registri cartacei. È un cambiamento radicale che porta la transizione ecologica e digitale a un livello superiore. Con esso, le imprese possono gestire in modo più efficace il ciclo di vita dei rifiuti, riducendo la burocrazia e aumentando la trasparenza.

    In tale contesto, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Natale Mariella, presidente della sezione pugliese dell’Albo nazionale gestori ambientali. Con lui esploriamo le implicazioni del nuovo sistema e i vantaggi che offre alle aziende. Per ulteriori approfondimenti, nel blog è presente una guida dedicata.

    Scopriamo insieme le sue risposte e le opportunità che il Rentri presenta per il futuro delle imprese e per l’ambiente!

    Cosa cambia con il Rentri rispetto ai registri cartacei nella gestione dei rifiuti?

    «Il Rentri è il nuovo sistema informativo di tracciabilità dei rifiuti e rappresenta un punto di incontro tra la transizione ecologica e digitale. Introduce, infatti, un modello di gestione digitale per  l’emissione e la gestione dei formulari di identificazione del trasporto e per la tenuta dei registri cronologici di carico e scarico».

    Quali sono i vantaggi per le imprese nella tracciabilità dei rifiuti?

    «Consente di assolvere con rapidità e facilità agli adempimenti previsti per le imprese, con lo snellimento delle procedure, anche attraverso l’utilizzo di strumenti di supporto alla transizione digitale messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica».

    Perché è stata prevista una transizione graduale delle scadenze?

    «Per supportare al meglio chi dovrà interagire con il sistema. In sostanza, per permettere alle imprese, in particolare alle Pmi, di “digerire” e fare proprie, pure dal punto di vista strutturale, tutte le novità del nuovo sistema di tracciabilità. E, allo stesso modo, per consentire agli uffici pubblici (Mase, Albo gestori ambientali, sistema camerale), su cui incombe la responsabilità della gestione amministrativa e burocratica, di formare proprie competenze interne e strutturarsi dal punto di vista organico».

    Come il Registro elettronico nazionale migliora i controlli ambientali sulla gestione dei rifiuti e riduce il rischio di smaltimento illecito?

    «Il Rentri sostiene le autorità di controllo nella prevenzione e nel contrasto della gestione illecita dei rifiuti. Facilita così le modalità di verifica basate su documenti digitali e in tempo reale».

    Formazione, auto-informazione, supporto dei “soggetti delegabili”: queste le tre sfide prioritarie per le piccole imprese nell’adozione del registro digitale. Partiamo dalla prima.

    «Sì, assolutamente, la formazione viene prima di tutto. Il Mase e l’Albo gestori ambientali, supportati da Unioncamere ed Ecocerved, hanno organizzato sin dall’inizio di quest’anno una folta attività informativa e formativa, prevedendo un rinforzo da settembre con il contributo delle Sezioni regionali e provinciali dell’Albo gestori ambientali. La programmazione è disponibile sul portale (al seguente link)».

    Passiamo ora all’auto-informazione

    «É appunto l’altra priorità, accessibile sfruttando al massimo la fonte del portale web ufficiale del Rentri (link). Qui è possibile utilizzare anche la sezione “Ambiente DEMO”, con regole d’accesso e funzionalità analoghe a quelle del portale ufficiale, che permette di verificare le funzionalità offerte dai servizi di supporto messi a disposizione dal Rentri».

    Infine, il supporto per agevolare l’adempimento degli obblighi. Può spiegare meglio?

    «Significa che è possibile richiedere l’eventuale supporto dei “soggetti delegabili” previsti dalla normativa. In altre parole, si tratta di quei soggetti – come ad esempio le associazioni imprenditoriali – che possono adempiere, per conto dei produttori, agli obblighi di cui al titolo III del D.M. 59/2023 ovvero all’iscrizione e la trasmissione dei dati».

    Qual è il ruolo delle associazioni di categoria nella transizione al Rentri?

    «Le associazioni di categoria possono sicuramente rappresentare un secondo livello di help desk nei confronti delle imprese, oltre che essere formalmente incaricate come “soggetti delegati”, previsti dalla specifica normativa sul Rentri. Dunque, in tal caso, sono autorizzate ad adempiere, per conto dei produttori, agli obblighi di cui al titolo III del D.M. 59/2023, ovvero all’iscrizione e la trasmissione dei dati».

    Come il nuovo sistema rende più semplice la raccolta dati per le politiche ambientali?

    «In due modi, fondamentalmente. Anzitutto, mette a disposizione della pubblica amministrazione un flusso costante di dati e informazioni sulla movimentazione dei rifiuti, a sostegno delle politiche ambientali e della pianificazione regionale. In concomitanza, riduce i tempi per la trasmissione dei dati necessari per la rendicontazione e il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi europei di recupero e riciclo».

    Che messaggio vuole trasmettere alle imprese sull’adeguamento al Registro elettronico?

    «È importante sfruttare il prima possibile e al massimo i servizi informativi e telematici messi a disposizione gratuitamente sul portale Rentri, affidandosi eventualmente ai “soggetti delegati”. Ciò consentirà loro, in un futuro prossimo, di ottenere il massimo vantaggio da tutte le opportunità che tale transizione metterà a disposizione e di abbattere tempi e costi nella gestione di aspetti gestionali, oggi impegnativi e onerosi».

    Il nuovo sistema è il primo passo verso una completa digitalizzazione ambientale?

    «La previsione della completa digitalizzazione degli strumenti di tracciabilità, vale a dire formulari e registri di carico e scarico, per i soggetti obbligati all’iscrizione a partire dal 13/02/2026 permetterà di testare e ipotizzare tale soluzione nel medio termine anche per gli altri soggetti (imprese, ndr) che in qualche modo si troveranno a gestire rifiuti. È facile comprendere che questo porterà a utilizzare a tal fine strumenti e servizi veloci e efficienti».

    Precedentemente il Sistri, oggi il Rentri. Sappiamo che il primo non ha avuto riscontro positivo presso le imprese. Ci può essere, a questo punto, diffidenza per il Registro elettronico?

    «Il Sistri è abbondantemente alle spalle. Il Rentri parte con un coinvolgimento attivo e critico da parte delle associazioni imprenditoriali e con una sperimentazione, durata due anni, che ha coinvolto direttamente decine di imprese. Per di più, è un sistema che si presta alla risoluzione tempestiva di eventuali aspetti tecnici legati all’uso e a possibili limature strutturali e strumentali “strada facendo”, oltre a un costante e assiduo lavoro interistituzionale».

    Riassumendo, il Rentri rappresenta una svolta reale nella gestione dei rifiuti. Tramite un approccio digitale e innovativo, offre l’opportunità di snellire le procedure e garantire una tracciabilità più rigorosa e sostenibile. Grazie al coinvolgimento attivo delle associazioni imprenditoriali e a un periodo di sperimentazione mirato, è progettato per rispondere alle esigenze specifiche delle imprese. L’adozione di questo sistema non solo facilita il rispetto degli obblighi normativi, ma promuove anche una cultura della sostenibilità e della trasparenza. Con il supporto adeguato, le aziende possono trasformare tale transizione in un vantaggio competitivo, contribuendo a un futuro più verde e responsabile.

    di Anna Colazzo

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