Pina Antonaci, presidente dell’Its Academy per il Turismo della Puglia, illustra le opportunità professionali attraverso l’integrazione di creatività e nuove tecnologie
In una società sempre più connessa, la comunicazione culturale deve evolvere. Il digital storytelling rappresenta oggi la chiave per trasformare musei, monumenti e opere d’arte in esperienze immersive, capaci di catturare l’attenzione del pubblico e instaurarvi un legame emotivo. Questo approccio innovativo rende la cultura più accessibile e accattivante tramite storie che intrecciano creatività e multimedialità, unendo contenuti materiali e immateriali, fisici e digitali.
Scopri come il digital storytelling può diventare lo strumento ideale per raccontare la cultura in modo innovativo, continua a leggere! Con noi c’è oggi Pina Antonaci, presidente dell’Its Academy della Puglia per il Turismo, i Beni e le Attività culturali ed artistiche. Nella sede di Lecce è attivo un corso in “Digital storytelling, creatività, audiovisivo e multimedialità“.
Partiamo da una domanda chiave: qual è il valore aggiunto del digital storytelling per la comunicazione culturale?
«Consente ai giovani di comprendere e utilizzare pienamente la transizione digitale non come un concetto astratto, ma come una serie di strumenti concreti e pratici. Con il nostro corso imparano a scegliere e adattare i contenuti a seconda del media utilizzato, rendendo ogni storia accessibile e coinvolgente su diverse piattaforme. Se, ad esempio, una storia è su Instagram, useranno foto con didascalie mirate. Se invece è su TikTok, opteranno per video più dinamici».
La capacità di comunicare in modo efficace è arricchita anche dall’uso di tecnologie abilitanti. È il caso della realtà virtuale e dell’intelligenza artificiale.
«Rappresentano mezzi straordinari per presentare e valorizzare il patrimonio culturale. Si tratta di un approccio che consente una visione più profonda della cultura, che si estende al patrimonio materiale e immateriale, rispecchiando l’identità del territorio e le sue ricchezze. Il digital storytelling insegna a domare tali strumenti di ultima generazione, evitando che diventino solo un fine a sé stante. L’obiettivo è costruire una narrazione multimediale che porti alla luce ciò che ci circonda, unendo innovazione e tradizione in un messaggio pensato per catturare il pubblico e mantenere viva la nostra identità culturale».
Come questo percorso può contribuire a formare una nuova generazione di professionisti nella cultura?
«Direi che frequentarlo è fondamentale. È una chiave d’accesso per formare una nuova generazione di professionisti capaci di abbracciare l’intera industria culturale e creativa, spaziando dalla cinematografia alle arti visive, fino al sistema museale e al turismo. L’approccio è centrato sul racconto, che permette di valorizzare e interpretare il territorio e il patrimonio culturale con modalità innovative e coinvolgenti, attraverso la tecnologia».
Quali sono le competenze fondamentali che gli studenti potranno acquisire?
«Gli iscritti, grazie a tale formazione, svilupperanno competenze per descrivere un paesaggio, raccontare una storia o suscitare l’interesse dei visitatori con linguaggi e tecniche specifiche, capaci di attirare target differenti. Il percorso include non solo le basi della comunicazione come disciplina, ma anche aspetti della comunicazione interpersonale e della relazione empatica, essenziali per interpretare e rispondere ai desideri e alle aspettative del pubblico».
In termini di sbocchi lavorativi, quali strade si aprono per i frequentanti in un settore così dinamico?
«Il corso apre numerose opportunità lavorative in diversi ambiti professionali. Tra le figure più richieste spicca quella del content manager, il responsabile della creazione di contenuti coinvolgenti, tipo video e racconti visuali. L’intento è quello di costruire una narrazione empatica e rafforzare il legame con il pubblico. In un contesto in cui storytelling e comunicazione sono sempre più centrali, sono competenze richieste in diversi settori. Le agenzie di comunicazione, la cinematografia, le professioni digitali cercano esperti in grado di costruire copioni strategici e accattivanti, con piani di comunicazione efficaci».
Insomma, saper comunicare in modo persuasivo, saper adattare il messaggio al pubblico e saper padroneggiare la digital storytelling strategy sono abilità immediatamente spendibili.
«Senza dubbio. Il corso di “Digital storytelling” offre competenze specialistiche che rendono i giovani capaci di lavorare in modo coerente con gli obiettivi di comunicazione, siano essi rivolti alla valorizzazione di prodotti specifici o alla promozione di eventi culturali. In generale, i settori d’impiego spaziano dalle agenzie pubblicitarie all’editoria digitale, fino al marketing e alle aziende alla ricerca di professionisti in grado di raccontare e valorizzare il proprio marchio in modo innovativo».
Tirando le somme, la formazione proposta dall’Itst Academy della Puglia fornisce gli strumenti necessari per lavorare in ambienti dinamici, con competenze mirate per diventare protagonisti nel mondo della comunicazione culturale e digitale. Per approfondire i dettagli del corso, clicca qui e accedi all’articolo completo sul nostro blog.
di Anna Colazzo