Massimo Giurgola, direttore di Pmitalia Lecce: “Gli incidenti sul lavoro sono una ferita aperta per il nostro Paese. È tempo di trovare soluzioni concrete”
Il direttore di Pmitalia Lecce, Massimo Giurgola, alza la voce su un tema cruciale: la sicurezza sul lavoro. In questo intervento analizza le cause dell’emergenza e propone soluzioni concrete per superare una piaga che continua a colpire lavoratori e imprese.
Gli incidenti sul lavoro non sono più una notizia straordinaria: sono una ferita aperta per il nostro Paese. Episodi come la tragedia di Ercolano, dove tre giovani hanno perso la vita in una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio, ci obbligano a riflettere sulle gravi lacune nella sicurezza delle nostre imprese. Come direttore di Pmitalia Lecce, associazione datoriale che rappresenta le piccole e medie imprese, sento il dovere di alzare la voce: non possiamo più ignorare questa emergenza. Serve un cambio di passo, ma soprattutto un impegno concreto, fatto di azioni e soluzioni.
Una realtà che non cambia
Nonostante leggi e campagne di prevenzione, la sicurezza continua a essere percepita come un costo, anziché un dovere morale e una necessità imprenditoriale. È un errore grave. I casi recenti sono emblematici: a Civitavecchia, un operaio ustionato mentre lavorava al cablaggio della fibra ottica, e a Rosignano, un giovane investito da liquido bollente in un impianto chimico. Non basta, altre tragedie sono avvenute nei boschi del Trentino e nel vano ascensore di uno stabile a Locri.
Il problema non è solo nei controlli mancati o nelle leggi aggirate: è culturale. Oggi, in troppi settori, in particolare dove il lavoro nero prolifera, non si conoscono i rischi o, peggio, li si accetta ritenendoli inevitabili. Mancano formazione e consapevolezza. Manca una cultura della sicurezza che parta dai banchi di scuola e arrivi fino alle fabbriche.
Non bastano le denunce, servono soluzioni
Come rappresentanti del mondo datoriale, non possiamo limitarci a condannare: dobbiamo agire. Perché la sicurezza sul lavoro non deve essere un obbligo formale, bensì una responsabilità morale condivisa.
Le criticità da affrontare
È necessario analizzare a fondo le ragioni di questa situazione. A primo acchito non si può fare a meno di notare la mancanza di formazione, con molti lavoratori, i più giovani per primi, che non ricevono un’adeguata preparazione sui rischi delle loro mansioni. Né va sottovalutato l’aspetto forse più nodale, cioè l’assenza di cultura della sicurezza che induce a percepire la prevenzione non come una priorità condivisa da dirigenti e dipendenti.
Proposte per una svolta necessaria
Le soluzioni ci sono. Però richiedono una visione strategica e collaborazione. Credo che un primo passo sia proprio quello di introdurre l’educazione alla sicurezza già nelle scuole. La tematica è attualissima, in relazione al recente disegno di legge per inserire l‘argomento nell’ambito del programma di educazione civica. Un paio d’ore al mese, obbligatorie, possono sensibilizzare gli studenti sui rischi professionali e sull’importanza della prevenzione.
L’approccio potrebbe partire dalla scuola primaria, guidando i bambini sin da piccoli ad adottare comportamenti sicuri nell’arco della vita. Del resto, già si sta intraprendendo questa strada: nei giorni scorsi, a Bari, è stato presentato il progetto degli ScacciaRischi. È promosso da Regione Puglia e Inail Puglia, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e Aci. Si rivolge proprio agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Allo stesso modo, un altro passo importante potrebbe riguardare il maggiore coinvolgimento dei giovani, da ottenersi con stage e tirocini in cui la sicurezza divenga parte integrante della formazione sul campo. E, ancora, si potrebbero altresì portare avanti campagne di sensibilizzazione coinvolgendo le aziende e le comunità locali, magari nelle stesse Pmi, con workshop, seminari e materiali informativi per diffondere la cultura della sicurezza. E perché non premiare le aziende virtuose? Incentivi per chi adotta pratiche esemplari potrebbero creare una sana competizione e diffondere buone abitudini.
Insomma, i “potrebbero” sono tanti, ma tutti auspicabili. Mi piace peraltro pensare anche a piattaforme digitali dedicate, per la condivisione di buone pratiche, dove imprenditori e lavoratori possano scambiarsi idee, soluzioni e materiali formativi. Un po’ come stiamo provando a fare con il blog “La voce delle Pmi”, nato appunto con l’obiettivo di stimolare un salotto imprenditoriale online.
Un impegno collettivo
Va compreso, non mi stancherò mai di dirlo, che la sicurezza sul lavoro non è unicamente una questione normativa. É una responsabilità collettiva. Non possiamo più permettere che il lavoro, fonte di dignità e realizzazione, continui a mietere vittime. Ogni incidente e ogni vita spezzata sono un fallimento della nostra società. È il momento di cambiare rotta e di farlo insieme: istituzioni, imprenditori e lavoratori uniti in un impegno concreto. Solo così si può sperare in un futuro più sicuro e più giusto per le prossime generazioni.
intervento di Massimo Giurgola
direttore di Pmitalia Lecce