Il vicepresidente della Provincia di Lecce, Fabio Tarantino: “Presentazione in ogni Comune per far conoscere i nomi, la storia e i valori di 8.750 soldati del Salento”
“Questa mia ricerca è un dono a tutti i deportati ed è un input per altri studiosi e amanti della libertà, perché questi nomi diventino patrimonio collettivo per future ricerche ancora più esaustive, per completare l’opera paese per paese. Questi nomi vanno riconosciuti ogni giorno, non solo il 27 gennaio per il Giorno della Memoria, perché sono tasselli del più bel mosaico di una storia della nostra provincia. Uno di loro, un deportato ancora vivente, di Racale, quasi 101 anni, alla mia domanda su un messaggio da tramandare, mi ha risposto: Mai più guerre!”. Bastano queste poche righe per un’opera che racchiude memoria, impegno e identità storica: “I deportati salentini leccesi nei lager nazifascisti”.
Così l’autore Ippazio Antonio Luceri (Pati, ndr) introduce e sottolinea la profondità di un volume che, in prossimità del 27 gennaio, Giorno della Memoria, assume un significato ancora più profondo e universale. É stato presentato nei giorni scorsi a Lecce, in sala conferenza stampa, a Palazzo Adorno.
Scopri le storie di chi ha sacrificato tutto per la libertà. Continua a leggere per conoscere i dettagli di un volume straordinario!
Un lungo lavoro di ricerca e memoria
L’opera raccoglie i nomi e la storia di 8.750 salentini deportati nei campi di concentramento tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Già pubblicata nel 2015, ora è ristampata e aggiornata. Frutto di un lungo lavoro di ricerca, riporta testimonianze e schede biografiche, restituendo dignità e memoria alle vittime.
Grazie alla desecretazione di documenti presenti in vari archivi tedeschi e all’inserimento di dati della CRI e dell’Anrp, l’Associazione nazionale dei reduci dalla prigionia, l’attuale ristampa è molto più ricca. Nella prima edizione, fra le sue 597 pagine, si contavano 7.368 schede biografiche di deportati, di cui 211 dispersi. Adesso di schede ce ne sono altre 1.382, con il corredo di 360 fotografie. Anche le pagine sono aumentate, diventate 1.050. La pubblicazione è in tre tomi: il primo con i deportati dei Comuni della provincia di Lecce dalla lettera A alla F, il secondo con quelli dalla G alla P e il terzo con i restanti dalla R alla Z.
Tra gli 8.750 salentini deportati, ben 640 hanno perso la vita, di cui 441 per malattie, bombardamenti o fucilazioni. Invece, 190 sono le morti durante la deportazione, per il maltempo (come nel caso della nave Oria, con 4.200 prigionieri, di cui 132 leccesi) e per i bombardamenti delle navi partite dalle isole greche con prigionieri italiani (“Donizetti” 23 settembre 1943, “Sinfra” 18-19 ottobre 1943, “Petrella” 8 febbraio 1944 e altre ancora). Infine, 9 sono deceduti a causa della deportazione.
La forza delle testimonianze per le nuove generazioni
Ippazio Antonio Luceri ha voluto sottolineare l’importanza del suo lavoro come fonte di memoria e ispirazione per le generazioni future. “Ogni scheda biografica è diversa dall’altra – ha spiegato -. Ognuna è una storia di vita vissuta che va conosciuta, divulgata, apprezzata e amata. Il mio pensiero vola agli studenti e alle studentesse del nostro territorio che si recheranno, anche quest’anno, a visitare i campi di Dachau, Treblinka, Mathausen, Auschwitz, Bergen Belsen, Fullen, Meppen. Penso alla loro emozione quando, arrivati in quei luoghi, potranno chiedere ulteriori informazioni sui nostri cari concittadini deportati. Grazie al loro “no” al nazifascismo e al loro sacrificio, hanno donato a noi tutti la libertà”.
L’autore è originario di Martano, docente di Lettere moderne in pensione. Ha realizzato diverse pubblicazioni sui partigiani e sui deportati delle province di Lecce, Brindisi, Taranto, Bari e della BAT. Quest’ultima è in collaborazione con Roberto Tarantino, già presidente provinciale dell’Anpi – BAT, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia.
L’importanza di diffondere il volume e valorizzarne il messaggio
L’importanza di diffondere l’opera e di valorizzarne il messaggio è evidente, come l’impegno per divulgarla. “Dalla Provincia di Lecce partirà una lettera a tutti i sindaci del Salento, per far conoscere il lavoro del professore Luceri e per presentarlo alle rispettive Comunità con iniziative sui territori, per affermare i preziosi valori che racchiude. È una storia, una testimonianza, una radice che si porta alla luce per le nuove generazioni. Una ricerca che ricostruisce in ogni Comune un mosaico di libertà e resistenza”. Lo ha dichiarato Fabio Tarantino, vicepresidente della Provincia di Lecce, nel corso della presentazione.
Il volume rappresenta un’opera preziosa, che sta catturando l’interesse delle comunità salentine. Melissano ne è un esempio, con la presentazione già sabato scorso. “La comunità ha accolto con entusiasmo quest’iniziativa, che toglie dall’oblio persone che hanno combattuto per la nostra Patria”: parole del vicesindaco Matilde Surano, sempre a Palazzo Adorno.
Il sacrificio di chi ha detto “no” al nazifascismo
La ricerca di Luceri prende le mosse dall’8 settembre 1943, data dell’armistizio. In pochissimi giorni le truppe italiane, per ben oltre l’80% dell’organico dislocato sui vari fronti di guerra oltreconfine, furono catturate e fatte prigioniere da quelle tedesche. Coloro che rifiutarono di unirsi al Terzo Reich vennero deportati nei lager nazisti dell’Europa centrale, trasportati con treni bestiame o stipati nelle stive delle navi.
In conclusione, l’opera di Ippazio Antonio Luceri sui deportati salentini rappresenta una testimonianza fondamentale per preservare la memoria storica. É però anche un input significativo per trasmettere alle nuove generazioni i valori di libertà e resistenza. Un volume, insomma, che non solo arricchisce la storia, ma che continua a promuovere l’importanza di ricordare, oggi più che mai.
a cura della redazione