venerdì, Gennaio 24, 2025
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    Raffaella Ferreri: come formare i leader aziendali del futuro in un mondo digitale

    In un mondo in continua evoluzione, plasmare la prossima generazione di leader aziendali è una sfida che richiede competenze mirate e un approccio consapevole all’innovazione. Quali sono i pilastri fondamentali per formare manager capaci di affrontare i cambiamenti globali, bilanciando tecnologia e umanità? Scopri le risposte di Raffaella Ferreri, co-founder dell’incubatore certificato The Qube, punto di riferimento per imprese e startup pugliesi.

    Raffaella Ferreri

    Quali sono i principi fondamentali per formare la prossima generazione di leader aziendali?

    «Il percorso di un leader del futuro si fonda su tre pilastri essenziali. Sono formazione continuavisione strategica e capacità di ispirare cambiamento. In un’epoca di trasformazione digitale è essenziale che i leader siano in grado di apprendere rapidamente e di integrare nuove competenze tecniche con quelle relazionali. Inoltre, devono essere promotori di inclusione e sostenibilità. Non a caso sono i valori centrali in tutte le iniziative da me gestite, come Botteghe High Tech, InCommunity InnovAction Factory».

    In che modo un manager può supportare un’azienda nell’adattarsi in tempi brevi ai cambiamenti del mercato globale?

    «Un manager deve agire da facilitatore del cambiamento, favorendo la digitalizzazione e adottando metodologie agili, tipo quelle che utilizziamo in The Qube per i nostri servizi di consulenza e programmi di accelerazione. Fondamentale è anche il dialogo con i team e i partner per promuovere l’innovazione aperta e anticipare le tendenze di mercato».

    Che competenze stanno diventando indispensabili per le aziende sia a livello nazionale che internazionale?

    «Oggi le competenze indispensabili si concentrano sempre più sull’integrazione tra innovazione tecnologicacapacità strategica e adattabilità ai cambiamenti globali. La conoscenza dei dati e delle tecnologie emergenti, in primis l’intelligenza artificiale, è ormai imprescindibile. Saper interpretare informazioni complesse e utilizzare strumenti digitali avanzati consente alle imprese, dalle startup alle Pmi, di migliorare l’efficienza, personalizzare le esperienze dei clienti e competere con successo sui mercati. In un panorama mondiale, è essenziale pure saper collaborare in reti internazionali, valorizzando diversità culturali e costruendo sinergie strategiche. Queste competenze possono essere potenziate con programmi mirati, mentorship e strumenti pratici, creando ecosistemi innovativi in grado di affrontare in modo ottimale le sfide del futuro».

    Quanto è cruciale la conoscenza delle tecnologie emergenti, a partire dall’intelligenza artificiale, per chi aspira alla leadership?

    «È imprescindibile. L’AI sta trasformando ogni settore e i leader devono conoscerne potenzialità e limiti. Per illustrare meglio la realtà odierna, parto dalla mia esperienza professionale, infatti nei servizi di consulenza, sia nei percorsi di formazione e accelerazione, il mio team evidenzia come non solo tali tecnologie possano migliorare la personalizzazione e la produttività, ma anche sollevare nuove questioni etiche».

    Rimaniamo in tema di intelligenza artificiale. Quanto ritiene che influenzerà le decisioni etiche dei manager nei prossimi dieci anni?

    «Offrirà strumenti potenti, però richiederà una leadership etica per gestire questioni come la privacy e l’equità. È necessario sviluppare framework etici e credo che la collaborazione tra tecnologia e umanità sarà fondamentale per evitare discriminazioni e costruire un futuro più equo».

    Quali sono le caratteristiche distintive di una formazione manageriale di alto livello?

    «Una formazione eccellente combina esperienze praticheteorie aggiornate e l’uso di strumenti digitali innovativi. Nei programmi di incubazione e accelerazione, occorre privilegiare l’approccio learning-by-doing, il mentoring personalizzato e l’integrazione con le tecnologie emergenti. É quanto fa il mio team».

    Parliamo delle strategie per bilanciare innovazione tecnologica e centralità dell’elemento umano nella leadership

    «Certo, bisogna mettere le persone al centro, utilizzando la tecnologia come strumento abilitante. E bisogna partire dal saper fare di tutti. A tal proposito, può aiutare un caso concreto che ho portato avanti di persona, cioè la gestione di un progetto incentrato sulla realizzazione di laboratori di artigianato digitale, dove la tecnologia supporta, ma non sostituisce, le competenze artigiane e creative dei partecipanti».

    In conclusione, come immagina l’evoluzione delle soft skills nei manager, considerando l’avanzare della digitalizzazione e del lavoro ibrido?

    «Le soft skills saranno ancora più cruciali. Empatiaadattabilità e comunicazione efficace saranno fondamentali per gestire team distribuiti e valorizzare la diversità. La mia esperienza mi insegna che il successo si costruisce creando connessioni autentiche, anche nel mondo virtuale».

    É evidente, il futuro della leadership risiede nell’integrazione tra innovazione tecnologica e centralità dell’elemento umano. Attraverso formazione continua, strategia e visione etica, i manager possono costruire ecosistemi resilienti e inclusivi, in grado di affrontare le sfide di un mercato globale sempre più competitivo. Raffaella Ferreri, con la sua esperienza e gli approfondimenti condivisi, offre un contributo fondamentale a questa riflessione. Peraltro, sempre nel blog, è presente un’altra sua intervista: “Gen Z e lavoro, nuove regole del gioco”.

    di Anna Colazzo

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