mercoledì, Marzo 12, 2025
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    Polizza catastrofale: dal 31 marzo scatta l’obbligo per le aziende

    Tre settimane. Poi, dal 31 marzo, scatterà l’obbligo per le imprese italiane di sottoscrivere una polizza assicurativa contro le calamità naturali. La cosiddetta Cat Nat, questo il nome tecnico, è una copertura assicurativa pensata per proteggere le attività economiche dagli effetti sempre più devastanti di eventi meteo estremi. L’iniziativa trasferisce alle compagnie assicurative l’onere dei risarcimenti, incentivando una maggiore resilienza del tessuto imprenditoriale.

    Della polizza contro i rischi catastrofali abbiamo già scritto. Il decreto ufficiale è stato pubblicato lo scorso 27 febbraio e ora le imprese sono chiamate ad agire in tempi brevi. La copertura assicurativa dovrà includere danni diretti a immobili, impianti e macchinari causati da fenomeni come sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni.

    Ma cosa cambia davvero per le imprese? Soprattutto, a chi è rivolta la nuova normativa e quali sono i dettagli operativi? Ne abbiamo parlato con Federico Maria Prete, senior manager in Generali Italia.

    Federico Maria Prete

    L’obbligo assicurativo è una realtà. Cosa significa, in concreto, per le aziende?

    «Anzitutto che il decreto è ufficiale e che le imprese hanno una scadenza chiara per mettersi in regola, il prossimo 31 marzo. Insomma, non c’è più tempo per rinviare e chi non stipulerà la polizza entro quella data sarà escluso dagli incentivi pubblici, non potrà accedere ai fondi per le Pmi e non riceverà aiuti statali in caso di calamità».

    Quali imprese devono assicurarsi e che beni copre la polizza?

    «L’obbligo riguarda tutte le aziende con sede legale o stabile organizzazione in Italia, con eccezione di quelle agricole. Sono esclusi anche i beni immobili che risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in carenza delle autorizzazioni previste, ovvero gravati da abuso sorto successivamente alla data di costruzione. Le polizze includono la copertura per terreni, fabbricato, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali».

    C’è ancora chi pensa che, in caso di disastro, lo Stato interverrà comunque?

    «Forse qualcuno vuole ancora crederlo, ma non avverrà. É bene che le imprese capiscano subito che il decreto non lascia spazio a dubbi. Non riceverà alcun sostegno economico dallo Stato chi non sarà assicurato. In altre parole, se un’azienda non assicurata dovesse subire danni per via di un terremoto, un’alluvione o una frana, dovrà affrontare le perdite con le proprie risorse».

    Oltre alla perdita di incentivi e aiuti pubblici, ci sono altre conseguenze per chi non si assicura?

    «Certamente. Le banche potrebbero rifiutare finanziamenti alle aziende prive di tale polizza, perché un’impresa senza copertura contro eventi catastrofali è considerata un rischio troppo alto. É evidente che questo sarebbe un problema serio per chi ha bisogno di credito per crescere o anche solo per mantenere la propria attività».

    Dalla pubblicazione del decreto le richieste di polizze sono già in aumento.

    «Sì, nelle ultime settimane molte aziende si sono mosse per informarsi e sottoscrivere una copertura. C’è però, e devo dire purtroppo, un grande numero di imprenditori che sta temporeggiando. É una decisione rischiosa, in quanto, avvicinandosi la scadenza del 31 marzo, aumenterà il numero di richieste e i tempi di valutazione delle compagnie potrebbero allungarsi. Il consiglio è muoversi subito per evitare intoppi dell’ultimo minuto».

    C’è chi teme che questa polizza sia solo un costo aggiuntivo per le imprese. Come risponde?

    «Capisco il punto di vista, ma bisogna cambiare prospettiva. Tale polizza non è un costo, bensì una protezione patrimoniale. Se un’azienda subisce danni a causa di un evento catastrofale ed è senza copertura, rischia di fare i conti con perdite di gran lunga superiori al premio annuale dell’assicurazione. Oltretutto, c’è un altro aspetto, spesso sottovalutato, cioè che i costi della polizza sono deducibili, dunque si traducono in un vantaggio fiscale per l’impresa».

    Entriamo più nel dettaglio: entità del danno indennizzabile e massimali o limiti di indennizzo.

    «Intanto, va spiegato subito che il premio è proporzionale al rischio, in base a dati storici e mappe di pericolosità. Poi, riguardo alla copertura per danni a immobili e macchinari con soglie minime garantite, ci sono tre fasce, di cui la prima è fino a 1 milione di euro di somma assicurativa e copre l’indennizzo totale, la seconda va da 1 a 30 milioni di euro con copertura minima del 70%, la terza supera i 30 milioni (grandi imprese) e la determinazione di massimali o limiti di indennizzo presuppone l’accordo tra le parti, cioè una negoziazione. Infine, in termini di riassicurazione statale, Sace garantirà fino al 50% degli indennizzi per supportare il sistema».

    In che modo le compagnie garantiranno la trasparenza nelle tariffe e l’adeguamento delle polizze esistenti?

    «Verranno pubblicate online le condizioni e le tariffe per garantire concorrenza e trasparenza. Le polizze esistenti dovranno essere adeguate entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto».

    Ora che il decreto è pubblicato, quale consiglio darebbe agli imprenditori?

    «Suggerirei di non aspettare l’ultimo giorno, di informarsi subito e di mettere in sicurezza la propria impresa. Chi si protegge oggi evita problemi domani. Il rischio di eventi catastrofali in Italia è concreto. Insomma, vorrei che si capisse che il decreto non è solo un obbligo di legge, al contrario e soprattutto è un’ opportunità per tutelare il proprio business».

    Mettersi in regola con la polizza Cat Nat non significa dunque solo adempiere a una normativa, ma proteggere il patrimonio e garantire la continuità aziendale. Rimandare vuol dire perdere incentivi, aiuti pubblici e persino opportunità di finanziamento.

    di Anna Colazzo

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