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    HomeINNOVAZIONEMicro e piccole imprese: innovazione tecnologica e sviluppo con i MiniPia

    Micro e piccole imprese: innovazione tecnologica e sviluppo con i MiniPia

    Innovazione tecnologica, formazione, consulenze specifiche. Com’è noto, dal 29 febbraio, nell’ambito delle politiche regionali per lo sviluppo e il sostegno alle imprese, la Regione Puglia ha dato il via alla presentazione delle domande del bando MiniPia – “Mini pacchetti integrati di agevolazioni”.

    Ne abbiamo parlato con Giorgio Caracciolo, consulente in materia di finanza aziendale con particolare esperienza in tema di finanziamenti pubblici e finanza straordinaria. Con lui abbiamo cercato di approfondire le implicazioni di questa misura, soffermandoci su obiettivi, destinatari e criteri di selezione.

    I MiniPia rappresentano una novità della programmazione regionale 2021-27. Che cambia rispetto alla precedente misura, nota come Titolo II?

    «Conservano alcune caratteristiche di essa, come l’istruttoria preliminare dell’iniziativa da parte di un istituto bancario per la concessione di un finanziamento o di un Confidi per il rilascio della garanzia in favore della banca. Però i MiniPia integrano il programma di investimenti classico con i temi dell’innovazione tecnologica, della formazione e delle consulenze specialistiche».

    In quale modo l’investimento tradizionale si integra con questi nuovi temi e perché è obbligatorio inserirli nel progetto?

    «La misura è in linea con le politiche comunitarie e il Pnrr oltre che in continuità con precedenti accordi assunti nelle sedi internazionali. Si prefigge lo scopo di supportare le imprese che intendono far fronte alle nuove sfide imposte dall’innovazione e dalla transizione ecologica e digitale».

    Dottore Caracciolo, possiamo spiegare meglio in che consiste il supporto alle imprese?

    «Da oggi un’impresa artigiana, che abbia necessità di competere a livello internazionale, deve predisporre un programma di investimenti ben definito. In esso, oltre all’acquisto di macchinari innovativi, va compreso un progetto per la formazione di nuove competenze o la reingegnerizzazione dei cicli produttivi e l’avvio/consolidamento di processi di economia circolare o l’acquisto di consulenze per l’internazionalizzazione e la partecipazione a fiere internazionali in cui presentare i propri prodotti». 

    In altre parole la Regione vuole aiutare le imprese a essere più competitive. Ma a chi è rivolta tale misura?

    «Le domande possono essere presentate dalle micro e piccole imprese anche di nuova costituzione, operanti nei settori manifatturiero e dell’industria alimentare, del commercio e dei servizi, nonché dai liberi professionisti».

    In termini di spesa, quali sono i limiti?

    «Il programma deve riguardare un importo di spesa complessivo compreso tra 30.000 e 5 milioni di euro. Le spese per gli investimenti produttivi non devono superare il 90% del progetto integrato e almeno il 10% deve essere destinato agli investimenti in innovazione. Gli investimenti per l’innovazione dei processi e dell’organizzazione e quelli per l’innovazione a favore delle Pmi devono rispettare il tetto di 1 milione di euro di spesa, per la formazione i 500mila e per la tutela ambientale i 3 milioni. Anche le spese per i servizi di consulenza e l’internazionalizzazione o per la partecipazione alle fiere non possono eccedere i 500mila euro».

    Può chiarire in particolare che cosa si intende per programma di innovazione?

    «Il bando individua due gruppi di consulenze e servizi che possono essere forniti esclusivamente da organismi certificati. Il primo gruppo riguarda i servizi di innovazione a favore delle imprese, vale a dire brevetti, personale qualificato come i ricercatori, consulenze per l’innovazione. Mentre al secondo gruppo, relativo all’innovazione dell’organizzazione e di processo, appartengono le spese riconducibili a nuovi metodi organizzativi, di produzione e di distribuzione, attraverso l’uso di tecnologie digitali».

    Il programma di innovazione può essere integrato con i piani di formazione per la qualificazione delle competenze in tema di specializzazione intelligente o per la transizione digitale. I piani di formazione possono essere acquistati da chiunque, pure online?

    «I percorsi formativi devono essere realizzati in collaborazione con gli enti di formazione accreditati presso la Regione Puglia. Si devono tenere nelle sedi degli stessi organismi di formazione e con numero di partecipanti da 3 a massimo 18, se l’aula lo consenta. Tuttavia, se l’impresa volesse realizzare in modo autonomo le attività formative, potrebbe rivolgersi a docenti qualificati sempre in collaborazione con gli enti accreditati».

    Quale sarà l’ammontare delle agevolazioni e possono essere ricevute in anticipo rispetto al programma di spesa?

    «Variano a seconda della tipologia di spesa. Ad esempio, per gli investimenti produttivi l’intensità è pari al 45% della spesa, elevabile a 50% in presenza di premialità. Per le altre tipologie il contributo sarà pari a 50% per i progetti di innovazione, 70% per i progetti di formazione, 65% per quelli relativi alla tutela ambientale e al risparmio energetico, 50% per i servizi di consulenza specialistica, internazionalizzazione e partecipazione a fiere».

    Ci sono altre novità introdotte dai MiniPia rispetto ai precedenti bandi?

    «Il bando MiniPia introduce l’obbligo per le imprese di presentare un programma di investimenti “integrato” con un programma di innovazione di valore pari almeno al 10% dell’intero progetto. Vi sono novità anche per le spese relative ai programmi di investimento. In pratica, pure le spese per l’acquisto di un nuovo capannone o per la  ristrutturazione e l’adeguamento di impianti generici sono oggetto di agevolazioni a fondo perduto nella misura del 45%, ovvero del 50% in presenza di premialità, ben definite nel bando».

    a cura della redazione

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