Alessio Totoro, ceo di JoyRenew: «L’investimento energetico va gestito con rigore, come quello per produzione e attrezzature»
“Il primo passo avanti deve essere fatto da chi gestisce l’azienda”. Alessio Totoro, responsabile vendite Italia di Enerviva e ceo di JoyRenew, lo dice con chiarezza: l’energia non è più una questione tecnica da delegare, è una scelta strategica che parte dai vertici. E serve consapevolezza per affrontare le nuove sfide, uscire dalla logica dell’emergenza e costruire una gestione intelligente dei consumi.
Dal ruolo cruciale della consulenza al superamento della fase speculativa sul gas, fino alle soluzioni di autoproduzione su misura: è qui che si gioca il futuro competitivo delle imprese.
Scopri nell’intervista gli strumenti per ridurre i costi e affrontare il cambiamento!

Tra gli scenari attuali e le trasformazioni in atto, qual è oggi il ruolo fondamentale per le imprese?
«Tra i vari scenari attualmente presenti, che siano geopolitici o legati ad altri fattori, ci troviamo di fronte a condizioni che restano comunque uguali per tutti sul territorio nazionale. Nessuno viene più penalizzato rispetto ad altri, se non le aziende che fanno produzione. Quindi, il primo passo avanti deve essere fatto da chi gestisce l’impresa. È fondamentale capire che la transizione energetica passa dall’assegnare grande importanza alla questione energia».
Perché l’energia è da considerarsi una priorità strategica?
«È fondamentale riconoscere all’investimento energetico la stessa priorità che si assegna, ad esempio, a quello per attrezzature per la produzione. Il consumo energetico non è più un elemento marginale. Installare un impianto fotovoltaico o avere un consulente che gestisce le tariffe con rigore e di continuo è ormai indispensabile. È un investimento che può generare risparmi considerevoli».
Quali sono le principali sfide energetiche che le Pmi stanno affrontando oggi?
«Siamo costantemente tartassati da un’informazione passiva, spesso manipolata o fraintesa. Non si tratta solo di trovare un trader con condizioni migliori. Le offerte sul mercato nazionale si somigliano molto. Il vero valore sta nel rapporto con un consulente di fiducia, che sappia leggere i reali bisogni dell’impresa e adattare il contratto di fornitura di conseguenza. Ogni azienda ha un consumo energetico diverso, distribuito in fasce orarie differenti in base alla tipologia produttiva».
Il consulente energetico: le aziende hanno bisogno di una figura tecnica capace di leggere il mercato e adattarsi con rapidità. Quali sono i vantaggi?
«I consulenti energetici supportano le aziende in un percorso strategico, aiutando a ottimizzare i contratti energetici in base alle reali esigenze produttive, adattare le condizioni contrattuali al cambiamento delle tariffe, monitorare costantemente i consumi per proporre soluzioni mirate, introdurre tecnologie sostenibili per ridurre l’impatto ambientale, implementare piani d’azione personalizzati e sostenibili. Il risultato è una riduzione concreta dei costi operativi, maggiore flessibilità, miglioramento della competitività e una gestione più responsabile delle risorse».
Dalla speculazione sui prezzi alla stabilità: cosa cambia per le imprese?
«È vero, si parla molto di instabilità dei prezzi. Però, se analizziamo gli ultimi cinque anni, notiamo che il picco speculativo è coinciso con l’inizio della guerra in Ucraina, quando la borsa olandese del gas è esplosa. Oggi quella speculazione è finita. I governi europei e l’Italia sono riusciti a gestire le scorte in modo più efficiente, acquistiamo gas liquefatto dagli Stati Uniti e il prezzo è ora più sotto controllo».
Può fare un esempio concreto?
«Certo. Se guardiamo ai dati, nel febbraio 2024 il prezzo unico nazionale dell’energia era di 8,5 centesimi a kWh. A marzo 2025 siamo arrivati a 15,5 centesimi. Vi si aggiunge circa il 50% di tassazione per trasporto e oneri di sistema. Quindi, per ogni 15 centesimi ne paghiamo almeno 30. È un incremento significativo che impatta direttamente sui costi aziendali».
Autoproduzione e batteria virtuale: soluzioni smart e su misura. Quali contromisure può adottare una Pmi?
«In primo luogo, l’autoproduzione di energia. Non parliamo solo di fotovoltaico, che comunque noi ad esempio promuoviamo progettando impianti con batteria virtuale. Questo sistema consente alle imprese di risparmiare, evitando l’acquisto di costosi sistemi di stoccaggio. Ma c’è anche molto altro».
Cosa intende per batteria virtuale?
«La batteria è un sistema di stoccaggio dell’energia. Con un impianto fotovoltaico, durante le ore di maggior irraggiamento (fascia F1), l’energia prodotta ma non consumata viene accumulata. Tuttavia, l’acquisto di batterie fisiche ha un costo elevato. Tornando a noi, offriamo un sistema di accumulo virtuale, cioè l’energia prodotta viene salvata su una piattaforma e resa disponibile nelle fasce F2 e F3, quando l’impianto non produce. È un sistema che viene studiato su misura, perché ogni impresa ha esigenze e consumi diversi».
La consulenza energetica è dunque una leva competitiva?
«Assolutamente sì. Il consulente energetico diventa un punto di riferimento continuo. Non si tratta solo di vendere energia, ma di accompagnare le imprese in un percorso strategico per abbattere i costi».
È chiaro, in un contesto dove il prezzo dell’energia incide direttamente sui margini operativi, non si può più improvvisare. Affiancarsi a un esperto consente di prendere decisioni tempestive, monitorare le evoluzioni e gestire i consumi con metodo. Dall’instabilità dei prezzi alle tecnologie per l’autoproduzione, le imprese non possono più trascurare la questione energetica. Un consulente preparato e aggiornato diventa l’interlocutore indispensabile per costruire strategie personalizzate e sostenibili. L’energia, oggi, è molto più di una voce di costo: è una leva di competitività, innovazione e crescita.
di Anna Colazzo